mercoledì 28 luglio 2010

L’ECONOMIA DI SUSSISTENZA


“Il termine economia di sussistenza indica una forma di organizzazione economica in cui i Nuclei familiari (economie domestiche contadine ma anche signorili) producono soprattutto per il proprio fabbisogno. Ciò comporta la coincidenza tra comunità di produzione e comunità di consumo e una divisione del lavoro poco sviluppata. Tipica delle società preindustriali, l'economia di sussistenza si contrappone all'Economia di mercato capitalistica delle società industriali, dove beni e servizi vengono distribuiti attraverso il mercato. Essa va distinta dall'autarchia, che indica l'autosufficienza di un'intera economia nazionale.” Preso da Dizionario storico della svizzera
Quindi vediamo di capirci, meglio con un’altra definizione:
“L'agricoltura di sussistenza è caratterizzata da una bassa produttività. Infatti, quasi tutto il raccolto è destinato alla sussistenza, cioè alla sopravvivenza della famiglia contadina. Soltanto una piccola quantità dei raccolti viene venduta al mercato o scambiata con altre merci.”

Eccoci!!! Quindi la soluzione potrebbe essere lavorare quel tanto che basta per garantirsi la sopravvivenza!


La sopravvivenza, sento spesso ripetere che più che vivere sopravviviamo! Credo che in generale si stia esagerando, sopravvivere oramai è un termine usatissimo, a mio modo di vedere, un tantino male. Parlare di sopravvivenza con le situazioni che vediamo quotidianamente nel mondo è un po’ forte. Parliamo di Haiti o di Zunami o di qualsiasi altra situazione catastrofica e vediamo subito come i nostri bisogni/ necessità risultino un tantino fuori luogo.
Il concetto però di Economia di sussistenza può essere preso a modello per Il futuro Downshifter.
Lavorare per sopravvivere inteso come l’arrivare a procurarsi quel tanto che basta per sopravvivere degnamente e vivere molto per se stesso o per i propri Familiari/interessi. Però, cosa vuol dire per noi degnamente !
Se significa dire che nostro figlio non indosserà mai niente di usato da altri bambini. Se la macchina va cambiata perché ha 4 anni e c’è il modello nuovo che ci fa gli occhi dolci. Se il bagno non mi piace perché voglio il box doccia con l’idrogetto…… Potrei andare avanti all’infinito. Hanno fatto un esperimento in America , ed è stato scritto anche un libro “un anno vissuto a impatto 0.”Le conclusioni sono state tutto tranne caffè e lavatrice!!
Bisogna stabilire quali sono i nostri limiti e al massimo riconoscere che certe cose, se proprio non riusciamo a rinuncire, giustificano le ore dedicate al lavoro.
Un altro modo di approcciare l’economia di sussistenza è cogliere le occasioni puntando direttamente al bene senza occuparsi della forma in cui si ottiene.
Alcuni esempi:
Non compro il pane perché in mensa aziendale il pane lo buttano. Sacchettino, metto dentro, porto via. Si punta sul "bene", non sui mezzi per acquistarlo (risparmiando);

• il vicino è bravo in meccanica, c'è un buon rapporto, mi fa lui il tagliando (cambio olio, etc..) io compro solo il materiale;

• la vicina mi regala i vestiti che al figlio non piacciono. Un altro vicino mi ha regalato le ventole che mi servivano per impiantarle nel mio portatile che è quasi andato a fuoco col caldo!;

• non ho il digitale terrestre né pago il canone TV, vedo tutto sul pc (peer to peer + podcast);

i libri me li regalano e poi io li regalo ad altri. Tanto più di una volta non li leggo;

• I mobili quando trasloco, spesso me li regala la gente, buoni mobili che ha ormai in cantina; le tende idem; 

• il vicino mi ha regalato una bicicletta.

C'è troppo di tutto! La gente cerca i soldi, ma butta al tempo stesso quello che con i soldi ha acquistato. Intercetta il flusso. L'importante è focalizzare l'attenzione su ciò che ti serve, non sul mezzo ($$$). Non per risparmiare (anche), ma per acquisire quella forma mentis particolare che ti permette di finire il trimestre con lo stesso risparmio netto del tuo capo che magari è un Quadro aziendale.

Attenzione: non è una forma di “risparmio”, non si tratta di un “taglio”. Al contrario, è un flusso di beni che nessuno sa che farsene, intercettarlo.


• magari hai amici con i genitori che vivono in qualche località turistica...?

• Magari conosci qualcuno che va in ferie in Calabria in auto in quanto non sopporta l'aereo (paura!). Proporsi e dividere le spese!
” (da ExodusClic).

Chiudo con qualche aforisma:
Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero. (Aristotele) aggiungo non il contrario!
Non bisogna tenere in massimo conto il vivere come tale , bensì il vivere bene . ( Platone ) aggiungo ….Per noi!
"Il lavoro non mi piace, non piace a nessuno, ma a me piace quello che c'è nel lavoro: la possibilità di trovare se stessi."
(J. Conrad) aggiungo “fai cio che ti piace non accontentarti, non scendere a compromessi.”
Live simply take it easy
Alberto



6 commenti:

  1. Parte prima:

    Ciao,

    una delle cose più belle dell'"Economia di sussistenza" è che diminuendo il flusso monetario (inutile) paghi pochissime tasse. Se consideri quanto incidono le imposte...

    Voglio fare un volo di fantasia, provare a descrivere una situazione che alcuni vivono, ma che potremmo trovarci a dover vivere anche noi in caso di grave crisi o di semplice esaurimento, anche graduale, degli stock di petrolio:

    La definizione di "economia di sussistenza" non ha nulla di mortificante se inquadrata come la capacità di "far fronte a tutte le proprie esigenze di vita nel tempo". Proprio tutte. Si potrebbe pensare che il destino di un nucleo, una famiglia ad avere sempre meno (beni materiali) sia disastrosa. Ma è la fotografia di una società del passato con un preciso bagaglio tecnologico, molto scarso se rapportato ad oggi. Con i mezzi odierni, il contadino potrebbe produrre cento volte, forse di più, quello che produceva allora. Il "surplus" però non lo vende al mercato perchè abbiamo ipotizzato uno scambio limitato, in un'economia "di sussistenza". Allora cosa fa? Beh, lavora di meno. Lo faceva anche in passato, una volta ottenuto il cibo necessario, si rivolgeva alla pesca o alla caccia, alla convivialità, ad aiutare il vicino a recintare la sua terra, o ad altro. Tanto produrre di più avrebbe significato far marcire i prodotti, il mercato non c'era.

    Quindi, il contadino ha più tempo. Cosa fa? Cibo ne ha, ma vestiti? Allora prova a scambiarli con cibo; oppure a procurarsi la stoffa (jeans) e impara a cucire. Deve tinteggiare, ha pochi soldi (il mercato non c'è o è scarso), e impara a farlo. Ha tempo, può investirlo, non deve più prendere la tangenziale nell'ora di punta. Ha bisogno di aiuto però, e quindi i figli diventano una risorsa, non un peso. Ha bisogno dei suoi figli perchè autoproduce, se ci sono abbastanza braccia, non gli mancherà niente. Anzi l'aumentato numero del nucleo procurerà maggiore ricchezza alla famiglia, perchè la ricchezza sono loro, è in loro, nella loro attività di produzione che coinvolge scarsamente gli altri; quindi non c'è bisogno di mendicare un posto di lavoro per i figli, nell'autoproduzione c'è tutto il lavoro che vuoi. Dipende da te.

    Quindi avrà meno beni materiali, ma più tempo, e tempo dedicato all'apprendimento delle attività manuali. Per forza di cose starà con persone a lui vicine. Quindi, volente o nolente, il tempo coi propri genitori e i propri figli lo dovrà passare . Il rischio è che si stufino l'uno dell'altro, non che manchi il contatto umano. (Addio badanti e baby sitter).Questo riempirà la giornata, e forse non riuscirà più a vedere i meravigliosi spettacoli televisivi della sera, quelli con la reclame o le bellissime donne coi seni che sembrano esplodere, tanto che ormai invece del sarto per le misure chiamano il gommista per controllare le atmosfere. Sarà costretto a guardare la donna che ha sposato e i figli che ha messo al mondo. Dovrà anche dormire nove ore per notte come faceva il suo tris-tris-trisavolo, quello che poteva morire di tutto ma non di stress, infarto, ictus, incidente stradale, o allergia ai conservanti. Che disastro. Con tutto quel tempo notturno disponibile dovrà anche assolvere regolarmente ai doveri coniugali. Se ha bisogno di qualcosa non dovrà chiederla in cambio del biglietto di carta, o la costruisci o sono guai. E dato che la mancanza aguzza l'ingegno sarà un po' fallegname, un po' elettricista, un po' tutto... Inoltre, potrà dedicarsi allo splendido hobby della siesta pomeridiana, della passeggiata, della nuotata se abita vicino al lago.

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  2. Parte seconda:

    Vivrà sempre di più la vita reale e sarà sempre più fuori dalla matrix. Non godrà più dell'enorme piacere di andare al centro commerciale a comprare tutte quelle cose di cui non sente alcun bisogno. I bambini non li vedranno e non li desidereranno. Si scoprirà che un lattante non rincoglionito dalla TV si diverte con una pentola come con un giocattolo colorato e made in cina, solo che la pentola ha meno coloranti tossici (e poi valla a rompere una pentola, puoi giocarci per cento anni).

    Avrà tempo per prepararsi il cibo ma pochi soldi, quindi non potrà mangiare amburgher, sarà costretto ad una frittata con pane fragrante, fatto in casa, olio d'oliva, oppure alle patate novelle con salsa di pomodoro e un po' di carne di tacchino, il suo tacchino buonanima, quello del cortile, quello incazzoso. Magari non c'è nè bisogno, anche senza carne ci si mantiene forti e sani. Verdura fresca sì però, tanto non devo fare il 730. Dovrà andare in Chiesa, eh sì, dovrà proprio, altrimenti dove la incontri la gente, alla macchinetta del caffè dell'ufficio? Magari dentro dorme, ma tanto sì è lì per stare insieme, sono finiti i tempi dell'ognuno per sè e Dio per tutti, il biglietto di carta non c'è più, sono rimasti solo gli esseri umani. Vabbe' un'ora alla setimana, impiegavo di più a fare la coda in pizzeria quando ancora non faceva il pane in casa.

    Ecco, spero di aver dato un quadro più ricco, seppur parziale, di quella che può essere una reale esperienza di "economia di sussistenza". Esperienza che non è mai stata dismessa del tutto in certe zone e che molti stanno vivendo o vorrebbero riscoprire. Non vuol neanche dire lasciare il proprio lavoro, ma solo accertarsi di arricchire sè stessi e non altri approfittatori succhia-vita, che si chiamino Stato, Multinazionali, o altro. L'importanza è rendersi conto che nelle attuali condizioni tecnologiche, una seppur parziale esperienza di "sussistenza" non ha niente a che vedere con le privazioni del secolo scorso. Allora il cibo era scarso, oggi ne viene buttato il 25%.

    Attenzione, non si tratta neppure di rivoluzionare il mondo (anche se ne avrebbe bisogno), ma solo di vivere la propria vita in modo diverso e soprattutto "possibile".

    Ciao.

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  3. Rileggendo questo post (si ogni tanto me li rileggo) a oggi mi rendo meglio conto di cosa vuol dire "intercettare"!
    Pur essendo a regime con le entrate, i giocattoli per il pupo li vedevo come una necessità da non relegare allo spreco ma ad una corretta scelta.
    Oggi mi trovo il Box e la cantina piene di giochi della Feber, casetta,scivolo, dondolo,cavallino,seggiolino da tavolo, tavolino con sedie ecc.... Una marea di roba che è costata 0. Intercettare significa sfruttare il tuo network e in questo caso io ho intercettato un'amico che doveva disfarsi di tutta questa roba e mi ha regalato tutto.
    Mi sa che conviene intercettare penso che la prossima estate mi figlio si divertirà un mondo!
    Live simply take it easy
    Alberto

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  4. Penso anch'io, ma le difficoltà non mancano.

    Volevano regalarmi un bellissimo armadio a sei ante ma per andarlo a prendere, smontarlo, rimontarlo, traslocarlo, avrei dovuto chiedere un furgone, altre due o quattro braccia come aiuto, molto tempo. Bellissimo armadio, ma non disponendo del "network" necessario ho lasciato perdere;

    volevano regalarmi un lavello da 120 cm di larghezza ma quello attuale è di meno di 100 e non posso alterare la cucina per infilarglielo...

    e così via. Il denaro serve solo (dovrebbe servire) ad "oliare" le procedure di scambio di beni che già esistono, non a creare da sè altri beni.

    Volevano regalarmi anche un frigo, ma era troppo alto.

    Ne avevo uno io in garage e l'ho regalato ad una squadra di tamburello. Poi un bar/rosticceria ha rinnovato gli arredi e ha regalato tutto il "vecchio" alla medesima squadra di tamburello, che adesso potrebbe anche organizzare fiere per finanziarsi.

    Mi viene da pensare che quello che manca è proprio il "network", il resto c'è già.

    Ma il network è difficile da creare, per un motivo: è una cosa diretta, che funziona, che richiede impegno e non da l'illusione di "andare avanti", fa "andare avanti". Ma non è ciò che la gente vuole. La gente, quella che ha ambizioni di "libertà", alla fine vuole l'illusione di libertà, il cambiare tutto, evadere, fuggire. Non vuole la realtà dell'"andare avanti" senza grandi scossoni ma solo con meno soldi, perchè sembra una realtà... banale. Però è così, alla fine non cambia niente se non che hai bisogno di (molti) meno soldi.

    Ma se eri triste prima lo sei anche dopo, soddisfatto/insoddisfatto prima lo sei anche dopo, per il più semplice dei motivi, banale anche quello: il denaro non porta maggiore felicità. Con più o meno, non lo porta. Ciò che entusiasma è il sogno aperto dal denaro, ma su concetti come il risparmio, molto pratici ed immediati, non si riesce a sognare, quindi interessa solo in termini di sogno.

    Seguivo parecchi blog che parlavano di decrescita ma è davvero una lagna, parlare sempre di cose che possono essere fatte in cinque minuti, e continuare a parlarne, parlarne, parlarne... pensare a cose grandiose senza fare ciò che i miei nonni compivano ad occhi chiusi. E il motivo per cui le cose non vengono fatte, quelle più semplici, immediate, di cui si parla nel post, è semplice: non sono cose che fanno sognare. Sono cose che funzionano e basta.

    Siamo una società ancora ricca, con la pancia piena e i rotolini di grasso, non ci interessa la sussistenza, anche molti si illudono, quello che si vuole davvero è il sogno. E che p. parlare sempre di sogni...

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  5. Mmmm i tuoi commenti capitano sempre a fagiolo. Sto finendo di scrivere il nuovo post che sarà a puntate, visto l'argomento e credo ci saranno parecchi spunti d'approfondimento.
    Parlando di sogni non si distingue chiaramente il sogno dalla visione ... E la visione è molto più imitante del sogno!
    Live smply take it easy Alberto

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  6. è passato del tempo da quando avete scritto ma mi si riempie il cuore a leggere tutto questo... si può fare davvero.. io ho trovato qst blog perchè dal computer dell'ufficio ormai non faccio altro che evadere cercare qlc che mi permetta di non lavorare più qui, non sono felice ho un marito due figli e vorrei godermeli di più ... piuttosto che essere chiusa qua dentro 8 ore!!! io credo che con un solo stipendio si può vivere dignitosamente rinunciando al superfluo e ritornando a fare tante cose in casa invece che comprarle.. si farebbe una vita più serena con la mamma - moglie in casa soffro tento d qst situazione ma mio marito ha paura d affrontare il futuro solo con il so lavoro!!! tutto qst mi fa riflettere grazie pamela

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I commenti sono un'ottimo esercizio di brainstorming

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