mercoledì 23 marzo 2011

La qualità della formazione e dell'informazione II

Settimana ricca di formazioni/informazioni!
Lunedì' con mia moglie siamo andati a un corso gratuito chiamato "Il meglio di te".
(Il fatto che sia gratuito si ottiene presentando uno dei libri della casa editrice Alessio Roberti).
Il corso che normalmente costa 69,00€ è un'introduzione alla PNL (Programmazione neuro linguistica).
Ero proprio curioso di capire che tipo di formatori fossero presenti in Italia, dopo essermi letto più di un libro sull'argomento.
Il corso della durata di 4h è stato una piacevole scoperta! Un pomeriggio diverso, un pomeriggio in compagnia di altre 60 persone molto eterogenee tra di loro. C'era la mamma con la figlia, le amiche a gruppi di due o tre, il manager rampante, il ragazzo con lo zaino e l'i- pod, la coppia di signori, la giovane coppia in dolce attesa, la signora sui 50, ecc....
Il corso è stato tenuto da Antonella Rizzuto (Condirettrice della Scuola per Coach di NLP ITALY, "dicono che sia il trainer a cui il maggior numero di persone in Italia affida la sua formazione in PNL e Coaching".



Sono rimasto piacevolmente colpito dalle capacità oratorie della trainer che di sicuro è una gran professionista  e aggiungo ha quell'ingrediente in più che ti mette a tuo agio.
Certo non sono li per niente, c'è una parte dedicata alla spiegazione dei corsi,libri che fanno, ma sinceramente occupa così poco spazio (ed è sapientemente posizionata prima della pausa) che non ti fa pensare di essere capitato ad uno di quegli incontri dove ti devono vendere per forza qualcosa
Mi sento di consigliare un giro a uno di questi corsi, è un'esperienza che ti apre la porta a nuove considerazioni sul fantastico mondo della comunicazione!
Si perché una cosa l'ho capita bene, la PNL è comunicazione.
La comunicazione che facciamo tutti i giorni con i nostri cari, i nostri colleghi, i nostri amici. La consapevolezza che il nostro modo di comunicare (Auditivo,visivo,cinestesico) genera una risposta emotiva nei nostri interlocutori.
C'è modo e modo di dire
 ... fidati di me....
....ti amo...
...Va tutto bene...
Quante volte siamo usciti di casa salutando distrattamente il nostro coniuge,fidanzato, genitore o parente?Quante volte quel "arrivo!" è carico di sentimenti accumulati che poi esplodono in furiosi diverbi tanto coloriti quanto sterili.




Pio XII:
 "Non è esagerato affermare che il futuro della società moderna e la stabilità della sua vita interiore dipendono in gran parte dal mantenimento di un equilibrio tra la forza delle tecniche di comunicazione e la capacità di reazione dell'individuo."


Live simply take it easy


Alberto





7 commenti:

  1. Alb, devo dirtelo, ho riletto il post più volte ma mi chiedo sempre:

    OK, avrò imparato a comunicare in maniera diversa. "Meglio" secondo i criteri comunemente accettati, ma "peggio" secondo i miei. Ovvero, la mia comunicazione risulterà maggiormente efficace verso l'esterno, ma io non potrò più divertirmi nel mandare qualcuno a quel paese, provocarlo apposta per fargli perdere le staffe, esasperare i conflitti piuttosto che appianarli perchè con certa gente proprio non voglio averci a che fare (sono emotivamente e spiritualmente pericolosi), cose così insomma. Ecco seguendo i corsi io posso imparare a comunicare in modo diverso ma quello che comunica non sarò io, sarà uno messo lì che recita una parte e ne trae un beneficio. Ci sarà il risultato, ma non il divertimento di essere sè stessi.

    Quello che andrà d'accordo con la mia partner non sarò io, ma il mio simulacro. Mi sentirò anche un po' cornuto, lui va d'accordo con lei ed io no. E così via. Poi c'è una corsa a "comunicare", ma cosa comunicare? Se io seguo tecniche di comunicazione comunico con gli altri, ma con me stesso chi comunica se non sono più "me stesso" nelle cose che faccio. Avrò dentro di me una vocina, intrappolata, che mi dice: "fammi uscire brutto str... impostore che poi ti faccio un c... così. chi sei tu, da dove sbuchi!!!".

    Diciamo che questo tipo di "comunicazione" richiede impegno, è un investimento, è da vedere se hai un ritorno che ti permette di "ammortizzare il costo". Poi, un'altra cosa che ho notato nella mia azienda in cui i corsi di comunicazione sono continui, ma standardizzati, è che le persone fanno carriera e guadagnano, ma non perchè sono brillanti o particolamente competenti, ma in quanto si comportano "nel modo giusto" rispetto alle richieste aziendali. Hanno il tipo di vestito giusto, comunicazione giusta, obiettivo giusto, interesse giusto, interscambiabilità giusta, inesistenza giusta. La standardizzazione e l'inesistenza sono fondamentali in un azienda, altrimenti la fuoriuscita di un elemento rischia di mettere in crisi il sistema. Invece la struttura deve rimanere intonsa sempre, non importa se va via l'Amministratore delegato o il dipendente, devono essere tutti facilmente sostituibili. Se sei così avrai "successo" se hai la fortuna di entrare in un azienda che non ha problemi a pagarti. Mi sembra che la stessa cosa avvenga "al di fuori", soprattutto con l'avvento dei media di massa: comunicare diventa una scienza. Ma dov'è il piacere, il divertimento, l'improvvisazione, il rischio di inventarsi qualcosa di nuovo, che non porta "successo" ma fa ridere l'interlocutore?

    Ciao.

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  2. Ciao,
    ti scrivo perchè conosco bene la NLP ITALY, ho frequentato pratictioner e master pratictioner, e a maggio sarò a Roma da Bandler!
    Antonella è fantastica, se inizierai il tuo percorso te ne renderai ancora meglio conto.
    Per rispondere a Exodus: un corso non ti cambia la vita, non ti trasforma. Tutto parte da te. Se tu vuoi, da un corso prenderai quelli che sono gli spunti più utili per te e li metterai in pratica.
    Nel caso della PNL, la prima cosa che ti aiuta a fare è proprio fare chiarezza dentro se stessi.
    Se ad persona piace comportarsi in un certo modo, la pnl non ti dirà "cambia!", piuttosto ti dice: deve esserci coerenza tra i tuoi valori e i tuoi comportamenti, che è cosa ben diversa.
    Se a te va bene comportarti in un certo modo, continua a farlo, se vuoi cambiare posso darti degli strumenti.
    Se tu hai le idee ben chiare su quello che vuoi dalla vita, allora sarai ancora più spontaneo, e non il contrario.

    A riprova di questo, c'è un grandissimo formatore, che ho conosciuto personalmente, che si chiama Ciro Imparato: è un voice coach, doppiatore, e ti insegna a migliorare l'uso della tua voce, quindi a comunicare meglio, partendo proprio dal tuo sblocco emozionale. Senza questo le tecniche valgono zero.

    Per chi vuole approfondire questo argomento vi lascio un link
    http://saperepercrescere.blogspot.com/2011/03/la-tua-voce-puo-cambiarti-la-vita.html

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  3. Ciao Luca,

    com'è evidente sono molto critico nei confronti della PNL. A parte le mie indagini sul fondatore Richard Bandler, di cui ho parlato con Alberto, e la sua precaria situazione psico-fisica (soprattutto durante l'indagine per omicidio di una giovane donna, in cui è stata rivelata la sua dipendenza dalle droghe, i due imputati presunti colpevoli, tra cui Bandler sono stati assolti in quanto la giuria non ha potuto stabilire chi dei due avesse ucciso la ragazza), mi ha dato conferma l'esperienza di una mia cara parente che ha lavorato per un Dott.ssa in PNL che opera in Lombardia. Lei ha tutti i titoli, corsi negli USA, etc. Dopo il primo momento di forte entusiasmo ed attaccamente, mia cugina che era nel frattemo diventata la sua segretaria personale e organizzava corsi, convegni, etc, nonchè avendo partecipato a tutti i corsi, con relativi rilasci di diploma, rimase disgustata dalla persona. La chiamava "la ciarlatana". Ovvero una persona che avendo imparato una parte a menoria, inclusa le pause e le battute, non faceva altro che riproporle in maniera pedissequa in tutte le sedute.

    Attenzione, i corsi erano interessanti, solo, "senz'anima". Surgelati. Però nel corso stesso non sembrava, anzi, i partecipanti erano fortemente entusiasti. C'è questa dissociazione tra ciò che sembra e ciò che è. La persona poi, sempre nel racconto della sua segretaria, aveva una vita personale in frantumi, era isterica, da lì a poco ha divorziato. Il marito invece era un professionista calmo e rilassato, un vero leader che sa emanare fiducia e sicurezza, l'ho conosciuto. E mi dice mia cugina che +è così anche nella sfera personale. Infatti non gli interessa la PNL.

    Ecco, dopo le mie indagini e i racconti della mia parente, sono sicuro che un corso di PNL può essere un'esperienza divertente (in "divertente" io intendo anche esperienza diversa, alternativa, forse istruttiva, forse formativa), ma niente di più. E se non funziona non è (solo) perchè la persona non si è impegnata, appassionata, etc, ma semplicemente, le tecniche su quella data persona non funzionano. altrimenti la PNL coach sarebbe stata una persona felice e di successo, invece di un dott. Jeckill e Mr. Hide.

    Sia chiaro che parlo di una esperienza, quindi possono essercene altre ben più valide.

    Per quanto riguarda il cambiamento di cui parlavi prima, non ci penso proprio ad attuarne in quanto ho impiegato quaranta anni a trovare un equilibrio che renda la mia vita, avendo soddisfatto i bisogni di sopravvivenza e di ordine, anche "divertente". Mi piace approfondire quello che già sono, non cambiare. Il "cambiamento" è una moda recente. Nessuno vuole più essere "sè stesso". Anche con i propri limiti, ormai si tende a "migliorare". La promessa di "migliorare".

    Le persone più di successo che ho conosciuto, ad un corso di PPNL verrebbero subito bocciate. Non sono attraenti, non parlano benissimo, anzi a volte non parlano proprio, le parole devi tirargliele fuori. Sembrano incoerenti. In realtà sono coerenti ma non si preoccupano di comunicarlo agli altri. Nessuno riesce a decifrare quello che hanno in mente. Un bel giorno vedi il "prodotto finito" del loro lavoro e ti meravigli in quanto non avevi visto il progetto che c'era dietro. Spesso non comunicano ma tengono per loro i segreti della loro arte, come gli artisti rinascimentali. E sono insostituibili. Non comunicando le loro tecniche, nessuno saprebbe rimpiazzarli. Dettano loro il loro prezzo. Ecco, a me piace questo approccio, che non è sicuramente l'unico.

    Cmq se qualcuno ritiene di poter trarre beneficio provare è sempre possibile.

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  4. #Exo
    #Luca
    Mmm.... devo dirvi la verità sono due gg. che ho difficoltà a concentrarmi sui vostri commenti e non perché non siano interessanti e ben argomentati bensì perché, nel week, and ho fatto un'esperienza (tra l'altro neanche preventivata) di un corso di Lelio Lele Canavero, un formatore, un coach.
    Scriverò di quest'esperienza e sinceramente sono due gg. che rimugino e rimugino su tutto quello che ho visto e sentito a questo corso.
    Per rispondere a Exodus. "C'è del marcio in Danimarca!"
    C'è sempre qualche buco, altra frase celebre almeno per me nel periodo della Coop; quando, davanti a evidenti carenze organizzative della dirigenza, ridacchiando commentavo così certe situazioni! Questo per dire che porca vacca, nessuno è perfetto! Einstain era un genio ma qualche coglionazzo ha usato in modo inapropriato la sua scoperta. La Pnl è una metodologia, non la metodologia. Può migliorare la comunicazione che, nonostante tutto, città super affollate ecc..., rappresenta una delle cause dei suicidi in Italia come in Giappone.
    Io parto dalla considerazione che "Tu non sei la mente", per parlare nello stile dei tuoi post.
    Credo più nell'insegnare alla tua mente a pensare.
    Come?lavorando con il tempo e l'intensità, con il potere delle emozioni. "Emozioni forti e ripetute superano i confini fin qui esplorati, arrivando ad incidere sul cervello, inducendo un vero e proprio cambiamento delle cellule nervose". In merito ci sono recenti scoperte scientifiche che lo provano.La mente va allenata a pensare, pensare in modo differente cambia anche le azioni e le azioni differenti ottengo risultati differenti.
    “Non possiamo risolvere i problemi usando lo stesso tipo di modo di pensare che abbiamo usato quando li abbiamo creati” Albert Einstein
    Certo questo è uno dei tanti punti di vista, non vuol essere la soluzione.
    Mi sovviene anche questo:
    "E' maledettamente semplice rendere le cose più complicate di quanto esse non siano."
    Tutto sommato , alla fine, la realtà e quella che accettiamo nella nostra testa, non complichiamoci la vita più del necessario.
    Le persone non sono tutte uguali, si muovono per differenti valori. Le tecniche sono diverse, guarda la Vanna Marchi, un super venditrice di truffe. Avesse sfruttato le sue capacità (discutibili nella forma) in modo etico, sarebbe ancora in giro a rompere i timpani alla gente;-)
    Jobs licenzia la gente che, fermata nel corridoio, non sa rispondere in modo convincente alla domanda "Qual'è il tuo contributo all'azienda". Eclettico, lunatico? Forse o forse desidera circondarsi di gente ultra motivata a perseguire i suoi stessi ideali.
    Hai ragione, molta gente non lo da a vedere ma cerca di migliorarsi e io sabato e domenica ne ho conosciute 61!

    # Luca,
    Ciro Imparato lo conosco dal 2009 l'ho incontrato di persona due volte e ti confermo che è un grande! Mi ha dato tantissimo.

    Live simply take it easy
    Alberto

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  5. # Alb

    La grande distribuzione organizzata è un posto terribile ma un ottima scuola.

    Altra di Einstein: "Si può rendere tutto semplice, ma non più semplice" (di quanto sia in realtà).

    In Giappone la "comunicazione" (i valori) sono sicuramente cambiati. Mi aspettavo che qualcuno della Tepco si suicidasse o almeno esprimesse la propria vergogna come succedeva in passato anche di fronte a semplici necessità di licenziamento. Evidentemente hanno copiato dall'occidente con la sua faccia tosta.

    Mmm.. aggiungo una cosa sul tema "miglioramento". Però esula dal contesto in quanto capisco che il blog pone il "miglioramento" al suo centro, ma non discute sulla necessità stessa di migliorare.

    Ecco, io mi chiedo: perché migliorare? Cosa manca, perché? Il blog da per scontato che migliorare sia necessario, ma io mi pongo la domanda: cosa non mi piace, non accetto, voglio cambiare di me, perché? E lì mi si aprono altri mondi che non coincidono necessariamente con la necessità di migliorare.

    Seconda considerazione: finchè si vuole migliorare si è in un girone. E non ci si può fermare. Finché vuoi migliorare non sei arrivato. Se uno vuole migliorare per tutta la vita, poniamo, non sarà mai arrivato. Il pensiero comune dice che è bene non sentirsi mai arrivati. Ma sei io non voglio affatto migliorarmi, dove mi trovo? Mi trovo nel punto in cui chi invece vuole migliorarsi raggiungerà tra molti molti anni di sforzi. (In realtà, per definizione, non arriverà mai, il "miglioramento" non ha mai fine in quest'ottica).

    Spero di essere riuscito a spiegare questo mio pensiero: non volendo "migliorare" ho accorciato i tempi. Sono già arrivato. Non devo perdere tempo in questo. Deve farlo chi vuole migliorare, io posso aspettarlo già adesso al traguardo (assicuro che il traguardo per tutti gli uomini è solo uno).

    Certo mi si potrebbe obiettare che chi "migliora" avrà: più denaro, più felicità, più successo, più felicità, più relazioni, più... Ma io so che non è vero. Per esperienza. Un po' di fortuna, una conoscenza giusta, una certa famiglia, una certa umiltà, una certa fede, tutti gli elementi messi insieme... Ho sperimentato che valgono molto di più del miglioramento personale. Ricordiamo: il mondo non è dei "migliori" ma sei più "adatti". E in una società mediocre, la mediocrità e l'ubbidienza vengono premiati, l'eccellenza no. Lo stesso Jobs non si circonda di eccellenti, ma di ubbidienti, è risaputo. Basta lui eccellente. Lui vuole esecutori non "collaboratori". (I migliori cervelli sono andati prima a google e poi a Facebook). Nel libro di Linus Torwalds, che parla del suo incontro con Jobs, l'autore rivela che è una persona carismatica, ma se uno ha delle idee proprie non va a lavorare per lui. Per lavorare con Jobs devi avere le idee di Jobs. Per avere successo in un'azienda devi condividere appieno le idee di quell'azienda. E così via. I "migliori" non staranno lì nè potranno avere successo. Lo sperimento ogni giorno anch'io. Non interessa a nessuno che tu sia "migliore". Il mondo non vuole gente "migliore" di sé stesso, mediocre. Se ne trova uno lo crocifigge o gli da’ da bere la cicuta. Allora perché essere migliore? E migliore in cosa, visto che il fatto stesso di essere "migliore" (diverso) sarebbe un impedimento alla comunicazione (tra mediocri).

    Esiste una media. Per esserci una media qualcuno deve trovarsi sotto la media. Ma tutti si sentono in media o sopra la media.... Fermo qui, era solo per dire che non pongo il "miglioramento" come necessità/utilità ineludibile. La felicità si.

    Attenzione, per me vale la massima di Aiazzone "provare per credere", quindi è bene che ognuno compia le proprie esperienze come vuole.

    Ciao!

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  6. # Alb:

    Azz, scusami tanto ma scrivendo di getto e in poco tempo ho visto quanti errori di digitazione ho commesso e mi vergogno... :-(

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  7. # Exo
    E de che? Guarda come scrivo io;-)Ha ha ha
    Tu scrivi bene, veramente bene, riesci ad esprimere dei concetti in modo sublime, e di questa affermazione me ne assumo la responsabilità!:-) Tu per me scrivi bene! Quindi..... hai già un fan!!

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