Questo concetto ritengo sia sempre stato sottovalutato da molti, compreso me.
Citazioni sulla consapevolezza.
- La consapevolezza e l'amore, forse, sono la stessa cosa, perché non conoscerete niente senza l'amore, mentre con l'amore conoscerete molto. (Fëdor Michajlovič Dostoevskij)
- La consapevolezza è una malattia. (Miguel de Unamuno)
- L'unico modo di dare determinatezza al mondo è quello di dargli la consapevolezza. (Miguel de Unamuno)
- Un impiegatuccio in un ufficio postale è pari a un conquistatore se la consapevolezza è comune ad entrambi. (Albert Camus)
- In psicologia biologica, con il termine consapevolezza (inglese awareness) si intende la percezione e la reazione cognitiva di un animale al verificarsi di una certa condizione o di un evento. La consapevolezza non implica necessariamente la comprensione.Il concetto di consapevolezza è relativo. Un animale può essere parzialmente consapevole, oppure può essere consapevole a livello subconscio o anche profondamente consapevole di qualcosa. La consapevolezza può essere individuata in uno stato interno, quale ad esempio una sensazione viscerale o la percezione sensoriale di eventi esterni.La consapevolezza fornisce il materiale "grezzo" a partire dal quale gli animali possono sviluppare delle idee soggettive circa la loro esperienza, il passo successivo alle idee è arrivare a scoprire la parte inconscia, diventando totalmente conscia, questa è l'illuminazione. L'uomo è l'unico animale che può raggiungere questo stato (il picco più alto di consapevolezza).
Le recenti letture e l'ultimo periodo mi hanno spinto a pensare molto a tanti aspetti del perché si compiono determinate scelte e se veramente siamo noi a decidere sulla nostra vita, consapevoli di quello che stiamo facendo.......
Vediamo se riesco a spiegarmi:
Dal momento in cui veniamo concepiti parte la nostra "archiviazione di esperienze" paragonabili all'acquisizione di input nel nostro hard disk, il cervello. Come un computer questi segmenti vengono archiviati e ogni volta che accade qualcosa di nuovo il cervello elabora velocemente questi segmenti tra di loro. Fornisce quindi una risposta adeguata/logica relazionandola con le precedenti esperienze acquisite.
Da qui le strade sono due:
La prima c'è una corrispondenza con lo storico , quindi si elabora una risposta sulle precedenti esperienze.
La seconda non trovando corrispondenza con lo storico, l'esperienza viene catalogata come "nuova". Il più delle volte viene archiviata con una descrizione/spiegazione che tiene in considerazione ciò che altri, genitori, amici, libri ecc..., ci suggeriscono in merito.
In entrambi casi elaboriamo una risposta, con una differenza.
Nel primo caso:
Esempio del fuoco, ci scottiamo un dito e archiviamo l'esperienza fuoco-dito=dolore ergo da evitare!
Nel secondo caso: (perdonate l'esempio ma mi veniva in mente solo questo!!)
Esempio degli investimenti in borsa, archiviamo l'esperienza Borsa-rischio=perdita di soldi . Non investiamo perché abbiamo perso soldi? No!, ma il primo pensiero che affiora è legato al primo storico. Cioè come abbiamo archiviato l'esperienza. Non abbiamo una reale esperienza in merito ma ugualmente la cataloghiamo come rischiosa in base a sensazioni che provengono da altri (genitori amici libri ecc....).
Molto probabilmente se mai decideremo di investire in borsa e perderemo soldi, consolideremo questa esperienza archiviandola del tutto come Negativa.
Allo stesso modo per quanto il fuoco scotti se ci troviamo ad affrontare un'emergenza fuoco, in base alla nostra esperienza (non so voi ma da piccolo mi sarò scottato centinaia di volte) sappiamo di poter contare su elementi protettivi oppure su una certa velocità di azione tale da impedire alle dita di scottarsi.
Altra cosa interessante da notare (tratto dal libro di focus Chi sei tu?) il libero arbitrio è un costrutto mentale. Recenti esperimenti (Aprile 2008, Jhon-Dylan Haynes ricercatore del Max Istitute di Lipsia) arrivano ad affermare che il nostro cervello prende le decisioni in base a cosa contiene, ma al volante di questo processo, non c'è la nostra coscienza, non c'è la razionalità. Sottoposti a risonanza magnetica funzionale dei volontari vedevano scorrere delle lettere su uno schermo e veniva chiesto loro se premere un bottone posto vicino alla mano destra o quello posto vicino alla sinistra. La risonanza ha evidenziato come l'area della corteccia prefrontale implicata nella progettazione si attivava 7 secondi prima che i volontari sapessero coscientemente quale bottone premere. Non solo, dall'attivazione celebrale che precedeva la scelta cosciente , i ricercatori erano in grado di predire con un'attendibilità del 60% quale pulsante avrebbero premuto. Insomma la scelta era avvenuta 10 secondi prima da un'attività inconscia che codifica anche il contenuto della risposta. Pare che dall'inconscio derivi anche la soluzione dei problemi, non un ragionamento cosciente ma il frutto di un lavorio inconscio che neanche il sonno ferma. Ottenuta la risposta (al problema) avviene la consegna preconfezionata alla coscienza, questo spiega la sensazione di illuminazione creativa degli inventori.
Diventa quindi determinante gestire il nostro inconscio?
Prendo spunto da un amico....
Al prossimo post.....
Gestire l'inconscio è impossibile: chi l'ha costruito non ha ritenuto opportuno darci le istruzioni. Ha fatto bene. Avremmo avuto un potere enorme ma non la saggezza per usarlo. Appena abbiamo scoperto il ferro ci siamo scannati, con l'atomo siamo a rischio ogni giorno, con la psicologia veniamo costantemente manipolati. Ogni cosa nelle mani dell'uomo è 10% innovazione e 90% distruzione di habitat, altri esseri umani, sè stessi.
RispondiEliminaIl tipo che ha costruito l'inconscio preferisce non dare i fiammiferi ai bambini.
Aspetto il prossimo post. Ciao.
Gestire l'inconscio è impossibile.....
RispondiEliminaForse non è del tutto vero... ma ci vediamo al prossimo post!
Alberto